Marco Rodari, il Pimpa: un clown in Medio Oriente

Primo giorno in ospedale, Gaza. Arrivano decine e decine di ambulanze che scaricano pezzi di uomo, di donna, di bambino. I medici si trovano a dover scegliere chi provare a salvare, e quindi chi lasciare morire. I corridoi sono intasati, i cadaveri non si riescono a portare fuori dall’ospedale, nessuno riesce più a pensare, a lavorare, non c’è tempo, non ci sono strumenti per tutti. A un certo punto da un’ambulanza scende una bambina. Cammina sulle proprie gambe. Ha una ferita all’addome, guaribile. Il chirurgo la opera. L’operazione riesce. Tutti finalmente sentono una soddisfazione che non credevano più possibile. Però. Però non è finita. La bambina non parla. Curate le ferite del corpo, restano le ferite dell’anima.
Entra il Pimpa. Ha un naso rosso, niente altro. Forse un pezzo di carta, una cordicina, qualche piccolo minuscolo oggetto da mago. Le si avvicina in punta di piedi, lei lo guarda e sorride. Lui vuole giocare con lei, lei accetta. E ricomincia a parlare.
Continua...

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Foto di Yazan David

Festival del film Locarno: l'Industry Office



 
L’industria del Cinema

Festival di Locarno La parte pratica dei film

Ci fa notare Nadia Dresti che al giorno d’oggi è più facile produrre un film che farlo girare nelle sale. E non solo in Svizzera, ovunque: «I film che arrivano per partecipare al Festival del film Locarno sono sempre di più. Trovare un distributore è più difficile che ottenere finanziamenti! Ecco perché c’è bisogno di riflettere: quale film fare, come farlo, che linguaggio usare. Bisogna riuscire ad attirare il pubblico proponendo idee originali, nuove, attrattive» illustra la responsabile del settore Industry del Festival.
Nadia Dresti, delegata della Direzione artistica e responsabile delle attività internazionali, recentemente promossa anche alla carica di vice Direttore artistico, fa un mestiere per il quale non solo la competenza è importante ma, per usare le sue parole, «se non sei simpatico, sei fregato».

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Doris De Agostini campionessa di sci



'Ho sciato per la mia gente'

Doris De Agostini ci racconta come ricorda il periodo in cui era la prima ticinese a diventare campionessa mondiale di discesa sugli sci

È elegante lei, sono eleganti la sua casa e il suo modo di pensare. Chiacchieriamo in salotto, bevendo sciroppo di sambuco preparato in casa. Doris De Agostini, oggi sposata Rossetti, fa anche questo: lo sciroppo. Le mostro le vecchie riviste 3valli: 1976, 1977, 1978 e 1979... si continuava a parlar di lei, dopo gli allenamenti estivi, prima delle gare in autunno, durante i successi invernali, dopo i successi in primavera... Si guarda senza malinconia, sorridente, naturale.
Da giovane, molto giovane, è stata una promessa dello sci che si è poi avverata: Doris ha vinto, lo sappiamo bene, otto vittorie in Coppa del Mondo, la Coppa del Mondo di discesa libera del 1983 e la medaglia di bronzo vinta ai Mondiali disputati a Garmisch-Partenkirchen nel 1978. 

Pubblicato su Rivista 3valli