La casa di mia madre, quando lei non c'è più



 
Quando una persona muore
a volte lascia un vuoto dentro e delle stanze piene.
E capita che lo sgombero sia
il miglior modo per congedarsi


Svuotare la casa dei genitori. Fa paura a moltissimi. È un peso, un’intrusione, un dolore. Quante persone mi hanno detto di aver fatto fatica, di non essere riusciti a buttare o a tenere quello che volevano. Ci sono famiglie che litigano, che si vendono tra loro i mobili, che non hanno lo stesso rispetto, la stessa leggerezza, o così gli sembra. Un fardello. Un momento di solitudine e polvere. C’era una signora, un’assistente sociale, che quando è andata in pensione mi ha detto: ‘Adesso vorrei fare quella che sta a fianco di chi deve sgombrare una casa. Curare quel distacco’.
Quando muore qualcuno non puoi tenere tutto, a meno di fargli il mausoleo. Se non hai le case di una volta, con la soffitta straripante, non puoi tenere quasi niente.
Devi guardare uno per uno ogni oggetto di una casa.
E può essere bellissimo.
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Pubblicato su Ticino7, febbraio 2020

Maternità: il filo che ci unisce. Storia di Angela Notari e della levatrice Lucia De Paris

Un libro sull'essere madre

Sorellanza è assenza di giudizio, ascolto, carezza. È qualcuno che viene a casa tua e riparte portandosi via il sacco dei rifiuti. È qualcuno che ti porta una teglia di lasagne da mettere in forno quando vuoi; qualcuno che ti dice: chiamami quando vuoi farti una bella doccia che vengo a casa tua a stare con il bebè. «Da quando è uscito il libro sono stata travolta dal bisogno di condividere e dalla sorellanza che teniamo nei cassetti», racconta Angela. Perché comunque il buon vecchio detto che ‘per far crescere un bambino ci vuole un villaggio’ è sempre vero, stampato in cima al cielo.

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Pubblicato su Azione inverno 2020