Comunione e liberazione. Una finestra aperta

 


Dei ciellini si dicono tante cose, ma io non sapevo neanche come si scrive la parola Cielle. Ne ho sempre sentito bisbigliare. Sono religiosi, hanno tanti figli, stanno fra loro. Presi uno a uno sono fantastici, in gruppo aiuto. Alcuni fanno voto di castità, gli altri si preservano per il matrimonio. Pregano prima di mangiare, appendono il crocifisso in salotto. Studiano, lavorano, arrivano in alto.
Poi ne ho conosciuto un qualcuno di persona.
A Lugano, noi allievi del Liceo, se avevamo bisogno di qualcosa, andavamo da Claudio Chiapparino: ci forniva un locale per le feste, la sala per le prove di teatro, ci trovava i lavoretti estivi... In classe con una mia amica c’era la B., ultima di sette figli, che mi aveva spiegato il senso della casta attesa: «Ti immagini come diventano preziose le cose che aspetti a lungo?».

Continua...

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