Il nuovo capitalismo di Muhammad Yunus

“Ho sempre accarezzato l'idea di trovare un modo per spingere il mondo degli affari a fare qualcosa per l'universo dei poveri. Ci sono altri settori, per esempio il volontariato, la beneficenza o le organizzazioni non governative, che dedicano una gran quantità di tempo e di energia a combattere la povertà e le sue conseguenze, ma il settore più efficiente e più innovativo sul piano finanziario, il mondo degli affari, non ha mai elaborato uno schema per applicare le sue tecniche alla lotta contro la povertà.”
Ecco un uomo che si è arricchito migliorando la situazione economica di milioni di persone, senza chiedere niente a nessuno. Si tratta del premio Nobel Muhammad Yunus e le sue idee sono diffuse in tutto il mondo, la prima, quella del microcredito, in modo ormai consolidato, la seconda, è stata recentemente presentata nel saggio (Feltrinelli) Un mondo senza povertà. Utopia? Proviamo a capire. 


  Pubblicato da la Regione Ticino e Equilibri (fotografia di Eugenio Pedrazzini)

Fiabe e riti, Sonya Orfalian racconta l'Armenia

Un regalo
Sarà un evento gratuito, perché leggere per gli altri è un atto d'amore o di stima e quindi non si può pretendere nulla in cambio. La fiaba raccontata di sera è un rituale intimo e familiare. Non è un libro da leggere per la scuola, con le schede di comprensione, la paura di non capire e nessuno che ti chiede se ti è piaciuto. No. L'importante è il piacere di ascoltare una storia, di spiccare il volo verso un mondo senza tempo e senza obblighi. Pensate che sia roba da bambini? Davvero credete ancora che esiste un'età per farsi raccontare le fiabe? Venite da Pia Todorovič e le Intrecciafole, ci penseranno loro a scacciare questo pregiudizio così comune. Forse avete dimenticato che cosa ha da offrire una storia, una voce che racconta. Venite, venite a ritrovare questo piacere. 
  Pubblicato da la Regione Ticino (fotografia di Francesca Maccarrone, dipinto di Ashot Avakian)

Tbilisi, agosto 2008. La guerra d'Ossezia e i suoi profughi


Gente di Tbilisi
Di soldati a Tbilisi non se ne vedono. Gli abitanti della capitale georgiana, dopo aver passato giorni e notti ad ascoltare le notizie della guerra in Ossezia del sud, dopo aver aspettato che rientrasse chi stava trascorrendo le vacanze sul Mar Nero e non poteva tornare, dopo aver sentito le bombe che hanno colpito l'aeroporto militare alla periferia di Tbilisi e aver temuto che l'esercito di Putin circondasse e attaccasse la loro città, dopo aver accolto migliaia di profughi che si riversavano nella capitale e cercavano letti, cibo, medicine, insomma dopo aver vissuto la guerra, gli abitanti di Tbilisi si sentono più pacifisti che mai.
Continua...

Giochi pericolosi per russi annoiati. Dirige Sergej Knjazev

Allegria, commercio, psicologia e denaro:
ecco gli ingredienti dello show business
secondo uno dei suoi più alti e fantasiosi esponenti russi,
Sergej Knjazev

C'era una volta in Siberia un Principe terribilmente annoiato. Era stato ai quattro angoli del mondo e le sue ricchezze gli avevano permesso di sperimentare qualsiasi cosa, ma giunto all'età di quarant'anni non c'era più nulla in grado di emozionarlo. In un gelido pomeriggio, il principe entrò nel caffè di un circolo studentesco e vide alcuni giovani discutere appassionatamente. Quello che sembrava essere il leader della compagnia lo invitò a sedersi e a raccontare il perché di quell'aria infinitamente triste: in cambio, gli disse, si impegnava a restituirgli la voglia di vivere. Fu esattamente quello che accadde, in modi che difficilmente vi potreste immaginare.



Pubblicato dalla rivista E
quilibri

Armenia, Georgia e Azerbaigian. Il mondo di lingue, persone e montagne dentro al Caucaso




“Era un periodo difficilissimo per noi,
c’era la guerra in Nagorno-Karabagh,
quando sono venuto a sapere che
La Scala era stata chiusa. La Scala!
Perché, perché l’avete chiusa? Io ho pensato:
Come si può vivere senza musica?”
Hamlet Hanoukian, Direttore del Museo d'Arte Contemporanea, Goris, Armenia


Le montagne
Del Caucaso si racconta che è nato per scherzo. Dio diede a un angelo un sacchetto riempito di montagne e gli chiese di spargerle equamente su tutta la terra. Mentre il servitore di dio sorvolava la pianura tra il Mar Nero e il Mar Caspio, arrivò il diavolo e per dispetto rovesciò tutto il contenuto del sacco: con quel gesto creò il Caucaso.

Quadretti di Odessa, Ucraina, quasi cento anni dopo Babel' e i suoi ebrei, i suoi re e la sua armata a cavallo


1. Zoja, pittrice ucraina

Zoja ha circa quarant’anni, due figli e un marito marinaio che le tiene la mano durante i concerti. Ha un atelier dove lavora. D’estate prepara gli schizzi per dipingere ogni inverno tre, quattro, a volte più quadri, e siccome la sua vicina di casa è la direttrice dell’Alliance Française di Odessa, espone le sue opere durante le feste organizzate dal centro culturale francese. Alcuni rappresentano Parigi, dove è stata una volta, la Tour Eiffel, l’Arco di Trionfo, la zingara di Victor Hugo. Ha affrescato una parete dell’Alliance. I suoi figli frequentano la scuola francese.
Zoja è bella ma ha sempre l’aria stanca.