Elefanti in giardino, di Meral Kureyshi, pubblicato in italiano da Dadò Editore

 



Baba dice: Se qualcuno ti tira pietre, tu dagli del pane. Baba è il papà della protagonista, che dedica il suo racconto al padre, che è dentro una bara, che è dentro la terra.

L’autrice, Meral Kureyshi, si è presentata davanti alle ragazze del Liceo di Lugano 2 precisando subito che, nonostante spesso una certa critica la definisca “una giovane donna che scrive di migrazione in un romanzo autobiografico”, lei preferisce dire semplicemente che si occupa di letteratura. E questo è l’errore che sovente si tende a commettere: incasellare gli artisti. «Mi sento una persona che scrive, mi diverto a scrivere, scrivo di quello che so e che mi tocca, mescolando ciò che ho vissuto io o quello che hanno vissuto altre persone. Il mio è un libro su un padre meraviglioso, divertente, pieno di difetti, che muore e lascia un grande vuoto in una famiglia scapestrata, sghemba, che arriva dal Kosovo, parla turco e cerca di capire come iniziare una nuova vita in Svizzera. Certo, ci sono molti elementi autobiografici, ma anche tanti miscugli con altre storie e con la mia fantasia. La verità mi ha sempre annoiata: quando scrivo gioco, provo piacere a lasciarmi condurre dalla scrittura, che a volte mi porta lontana dalla prima realtà che avevo in mente e mi mette davanti un’altra realtà, che accolgo con meraviglia».

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Fotografia di Matthias Günter 

Pubblicato su Ticino7, aprile 2024