Aline d'Auria e Boris Michajlov alla Biennale di Chiasso

Ad Aline d'Auria piacciono gli stadi intermedi. Quei segreti che mescolano gli elementi e rendono le cose molteplici. Ama i confini, Giano bifronte, quel momento quando dalla veglia si passa al sonno. Non per niente vive a Chiasso. Quando l’Ufficio Culture in Movimento della Città le ha chiesto di realizzare un’opera sulla migrazione silenziosa dall’Est Europa, ha deciso di lavorare sul viaggio, cioè su quel momento in cui una persona che vive in due mondi non è né di qua né di là.
«Prima ho incontrato persone. Russe, polacche, ucraine, rumene, albanesi, caucasiche, serbe, bosniache. Ho cercato di capire che cosa le aveva portate qui. Volevo sapere se a Chiasso si sentono a casa o se sognano sempre di tornare nel paese di origine. Mi interessava il contatto che mantengono con il luogo e la famiglia rimasta là, come comunicano e cosa si dicono?». Aline ha raccolto storie drammatiche, buffe, avventurose. Con un punto che la interessava: questi chiassesi dell’Est Europa, come li chiama lei, spesso a casa ci possono tornare, ogni anno, alcuni anche ogni mese. Tra loro ci sono badanti, ingegneri, musicisti, tecnici, donne delle pulizie.
E poi c'è chi nell'Europa dell'Est vi è rimasto. E questo è Boris Michajlov, il più grande fotografo dell'area ex sovietica, che lo racconta.

Palermo

 Pupi di ferro, minne di zucchero

Palermo fuori stagione offre tutto ciò che possono sognare gli amanti dei piaceri e della cultura, con un pizzico di avventura inaspettata

Se quello che cercate è bellezza, storia, buona cucina e perché no un pizzico di mare, però non vi piacciono il caldo eccessivo, la calca, i prezzi di alta stagione, allora Palermo d’autunno potrebbe fare al caso vostro. Naturalmente dovete amare i colori del Mediterraneo, i suoi canti di mercato di strada, la mescolanza di stili normanno arabo liberty e casoni popolari in decadenza. E non dovrebbero ributtarvi le interiora di capretto, un po’ di sporcizia qua e là, l’uso del clacson per esprimere la propria esistenza di guidatore d’automobile.
Il tour comincia vicino all’aeroporto, se volate. O al porto, se prendete una cuccetta da Genova.

Pubblicato su Il caffè

Mazara del Vallo: la città più araba della Sicilia

È la città più araba della Sicilia, dicono. Ma è una città fenicia, poi greca, cartaginese, vandala, bizantina. Una città di pescatori, di contadini, di commercianti. È una città di storie, di gabbiani e cani randagi. Di marinai.
Il Muezzin richiama alla preghiera cinque volte al giorno, le barche se ne escono a pesca al mattino e dalle chiese la sera escono i canti della Messa. 

Pubblicato su Ticino7

I Veneziani: il vero miracolo di Venezia

«Ieri un turista mi ha chiesto dove poteva trovare un’osteria tipica a Venezia. Io gli ho detto: vai di qua, passi sopra quel ponte, poi prendi la calle a destra, fai ancora un ponte e una calle, giri a sinistra e prosegui tutto dritto fino in stazione. Lì prendi il treno e scendi a Padova».

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Pubblicato su Ticino7

Storie all'orecchio. Il boom del podcast

 
«Il podcast è sulla bocca di molti e nelle orecchie di pochi». Daniel Bilenko parla di storie sonore nelle Università di Italia e Gran Bretagna e da anni contribuisce a costruire una cultura dell’ascolto anche da noi. «Qui molte persone pensano ancora che il podcast sia semplicemente la lista di quelle trasmissioni radiofoniche che si possono ascoltare in differita dopo che sono passate. Ma da una decina di anni il podcast è un mondo, una nuova biblioteca sonora che cresce ogni giorno di più, piena di storie prodotte da giornalisti, professionisti dell’audio o da persone comuni che sanno usare bene un telefonino. I podcast esistono indipendentemente dalle radio e quelli belli hanno alcuni tratti in comune: l’alta qualità del suono, il racconto della realtà usando tutti i trucchi della narrazione e la capacità di attivare la nostra immaginazione, rendendoci partecipi di quella storia».
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pubblicato su Azione

Giovani? No, bellissime. Storie di vecchiette stilose





La gioventù non è passata di moda, ma da un po’ di tempo non detiene più l’esclusiva della bellezza. Sarà per l’invecchiamento della popolazione o per la nausea a furia di ricercare la perfezione dappertutto, nuovi concetti di eleganza stanno sorgendo dappertutto. Anche nel campo della moda.
C'è un nuovo impulso di uomini e donne alla ricerca di espressione personale tramite i vestiti e gli accessori: l’advanced style, che sfida l’idea canonica di fisico sodo e fresco, rivendicando che ‘lo stile non ha età’, la classe è classe e il gusto è personale, non generazionale.

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Pubblicato su Azione

Gay: siamo persone che si amano. Storie di omoaffettivi in Ticino


 

«Oggi sono stati fatti passi avanti rispetto al passato», dice Giorgio. «Sulla carta non ci sono grandi discriminazioni, a parte la questione del matrimonio. Il gay pride è un giorno di festa, ma secondo me sarebbe bello se girassero rassegne di film a tema o cicli di conferenze; bisognerebbe parlarne anche nelle scuole. Inizierei però dal nome: sostituirei omosessualità con omoaffettività: siamo persone che amano, si innamorano, non solo che fanno sesso».


Pubblicato su Ticino7

Mestruazioni. Al ritmo della luna

  
Le donne di tutto il mondo stanno rivoluzionando il modo di vivere le mestruazioni

Media, blogger e case editrici non fanno che parlarne.
Ma non è solo il diritto di parlare di mestruazioni che è rivendicato.
È il diritto di sapere cosa c’è dentro ai tamponi,
il diritto a non considerare gli assorbenti un prodotto di lusso,
il diritto di essere più stanche e sensibili per qualche giorno al mese
senza essere tacciate di isteriche.
Le donne stanno dicendo che non sono nate per soffrire.



Apparso su Ticino7



La culla degli obbedienti. Inchiesta sul rapporto tra educazione e potere di Francesca Mandelli


Non vogliamo bambini di gesso

La culla degli obbedienti, di Francesca Mandelli, porta riflessioni sui rapporti tra educazione e potere

Negli anni Settanta Sergio Endrigo cantava la canzone del bambino di gesso, che ‘stava dove lo avevano messo, non sporcava i pavimenti, si lavava sempre i denti, non diceva parolacce, non faceva le boccacce’. La canzone era per genitori che si ribellavano ai sistemi educativi dell’anteguerra, che la facevano ascoltare ai loro bambini. Il Sessantotto e le rivoluzioni pedagogiche hanno modificato radicalmente il modo di crescere i figli, di lasciarli essere ‘quello che volevano’ e anche il modo di fare scuola.
C’è però chi ancora oggi mette in guardia contro i nuovi ‘bambini di gesso’: facciamo attenzione, bisogna distinguere permissivismo e libertà, autoritarismo e autorevolezza, contenimento e violenza, omologazione e rassicurazione, educazione e obbedienza.
Perché poi, continua Endrigo, quel bambino ‘ora grande è diventato, ma non è molto cambiato: compitissimo, prudente, ossequioso, diligente. Se gli danno sulla testa, dice grazie e non protesta.
Passa il giorno a fare inchini, non ha buchi nei calzini’...
E per metterci tutti in guardia, Francesca Mandelli ha appena scritto un libro.

Pubblicato su Azione