Il Museum of broken relationship di Zagabria

Una scatola d’incenso afrodisiaco, accompagnata dal commento dell’ex proprietario “Non funziona”, è il messaggio più conciso di tutta la collezione; quello più tenero: il foglio di un bambino di venti anni fa, con una dichiarazione d’amore per un’altra bambina, sua vicina nel pullman di fuggiaschi che lasciavano i Balcani in fiamme. Mai più rivista, mai dimenticata, e mai avvertita che una lettera d’amore era stata scritta per lei in quel furgone. E poi abiti da sposa mai indossati, tolti dal buio degli armadi e restituiti alla luce cicatrizzante del museo, fotografie staccate dai muri e scivolate nei cassetti, e ancora vagonate di peluche di dubbio gusto, rimasti i soli a credere alle promesse d’amore eterno ricamate sui loro maglioncini colorati. Amori frivoli, amori intensi, amori tragici. 
Tra le cattedrali che custodiscono la Storia, l’Arte e la Scienza, il piccolo museo di Zagabria apre qualche spioncino sulle vite delle persone comuni. Nella capitale croata, è la gente che fa il museo. Una trovata per guardoni? Forse, se per guardoni intendiamo chi ama le storie reali, piccole e quotidiane, magari anche molto interessanti, che possono svolgersi sotto le nostre finestre, nel tavolo a fianco mentre siamo al ristorante, e ora... anche al museo. 

Di Sara Rossi e Andrea Guidicelli, pubblicato su Azione