Petra Taddei: un'infermiera e il suo mondo

 

Petra Taddei vive in montagna e va in vacanza ai monti. Cura la gente in cure intense all'ospedale di Bellinzona. Non è per niente lunatica e dorme sempre abbastanza. Si sente diversa dai cittadini, ama la gente burbera, rustica e conduce una vita sobria. Vive a Ponto Valentino, in Valle di Blenio.
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Storie di questo mondo: un libro che racconta una cooperazione in punta di piedi

 

Cooperazione Per i suoi 50 anni l’Associazione Inter-Agire pubblica un libro che racconta le esperienze dei suoi cooperanti dal 1970 a oggi

Partire. Da giovani o in età matura. Spinti da un senso di giustizia ma anche dalla voglia di conoscere se stessi in un altro luogo. La voglia di accorgersi che siamo tutti esseri umani e che la distanza da casa fa crescere nuove idee.

Non si va a “rubare il posto di lavoro” a qualcun altro; non si va a “insegnare qualcosa che anche all’altro capo del mondo sanno benissimo”; si parte con umiltà e voglia di rimboccarsi le maniche insieme, con la “valigia possibilmente vuota”, come mi hanno raccontato due ragazzi che stavano per partire, o meglio: piena di semi, da lanciare e da farsi germogliare dentro.

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Pubblicato da Azione, settembre 2020

Mode devastanti: storia di un avocado

 

Qui si fa la guerra per l’oro verde, così chiamano quel frutto che nella lingua dei nostri avi significa invece ‘testicolo’, ahuacatl. Buono è, grasso e bello, fecondo, con un grande seme dentro che basta metterlo nell’acqua e ti caccia fuori le radici.

Il mondo lo ha scoperto quando ero un bambino io. È diventato di moda in California, poi in tutto il continente, adesso su tutto il pianeta. Merenda sana. Antipasto colorato, esotico. Nutrirsi bene, non ingrassare, non esagerare con la carne, lo dicono anche i medici.

E noi però moriamo.


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Pubblicato su Equilibri 2020

Per non perdere talenti: un'agenzia di collocamento al femminile

Eglantine Jamet ha fondato Artemia, un'agenzia dedicata alle assunzioni di personale dirigente, manageriale e specialistico. «Cerchiamo di trovare una soluzione pratica al problema che meno donne occupano posti nei quadri alti», spiega. «Si dice che è così perché le donne hanno meno desiderio di fare carriera, perché privilegiano la famiglia, perché scelgono formazioni diverse e molte altre scuse. Il fatto però è che il problema non riguarda solo le donne o la parità in sé. È un problema che tocca prima di tutto le aziende perché per il mondo imprenditoriale è un fallimento sapere che metà dei talenti nel nostro paese è meno accessibile. Anche per il mondo scientifico, medico, tecnologico e così via è un insuccesso ammettere che metà dei diplomati nel nostro paese non userà le proprie risorse al meglio. Se non riusciamo a fare avanzare le donne formate, se non usiamo le loro competenze, a livello economico è un disastro. Un team misto è vantaggioso per l'organizzazione, la creatività e una corretta rappresentazione dei clienti di un'azienda. Quando si è capito questo, bisogna però ancora imparare come si fa, perché non si tratta di assumere più donne: si tratta di trasformare la cultura dell'impresa a lungo termine e in profondità».

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Pubblicato su Azione, agosto 2020