Spazio L'ove - cultura indipendente a Lugano

 

L’esperienza della Straordinaria Tour Vagabonde è stata un detonatore: grazie a una torre di legno ci si è accorti che era possibile avere in città un luogo dove andare, magari senza spendere niente, senza badare al vestito e senza uno scopo preciso: semplicemente dove andarci per vivere.

Ora si dice che in Città c’è un vuoto, che mancano gli spazi della cultura indipendente. Se ne parla molto, ma... qui dove sono oggi c’è una sacca di resistenza. Lo Spazio L’ove ha una programmazione che propone spettacoli teatrali, performance musicali, conferenze, mostre d’arte, proiezioni di film, presentazioni di libri e soprattutto è un luogo di creazione artistica; funge da ritrovo per altre associazioni, ha accolto Radio Gwendalin, #cine Lugano vi ha trovato una casa. Ma è lo scambio umano che rende questo salotto uno dei più preziosi che vi siano ora in città.

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Elefanti in giardino, di Meral Kureyshi, pubblicato in italiano da Dadò Editore

 



Baba dice: Se qualcuno ti tira pietre, tu dagli del pane. Baba è il papà della protagonista, che dedica il suo racconto al padre, che è dentro una bara, che è dentro la terra.

L’autrice, Meral Kureyshi, si è presentata davanti alle ragazze del Liceo di Lugano 2 precisando subito che, nonostante spesso una certa critica la definisca “una giovane donna che scrive di migrazione in un romanzo autobiografico”, lei preferisce dire semplicemente che si occupa di letteratura. E questo è l’errore che sovente si tende a commettere: incasellare gli artisti. «Mi sento una persona che scrive, mi diverto a scrivere, scrivo di quello che so e che mi tocca, mescolando ciò che ho vissuto io o quello che hanno vissuto altre persone. Il mio è un libro su un padre meraviglioso, divertente, pieno di difetti, che muore e lascia un grande vuoto in una famiglia scapestrata, sghemba, che arriva dal Kosovo, parla turco e cerca di capire come iniziare una nuova vita in Svizzera. Certo, ci sono molti elementi autobiografici, ma anche tanti miscugli con altre storie e con la mia fantasia. La verità mi ha sempre annoiata: quando scrivo gioco, provo piacere a lasciarmi condurre dalla scrittura, che a volte mi porta lontana dalla prima realtà che avevo in mente e mi mette davanti un’altra realtà, che accolgo con meraviglia».

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Fotografia di Matthias Günter 

Pubblicato su Ticino7, aprile 2024