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Spazio L'ove - cultura indipendente a Lugano

 

L’esperienza della Straordinaria Tour Vagabonde è stata un detonatore: grazie a una torre di legno ci si è accorti che era possibile avere in città un luogo dove andare, magari senza spendere niente, senza badare al vestito e senza uno scopo preciso: semplicemente dove andarci per vivere.

Ora si dice che in Città c’è un vuoto, che mancano gli spazi della cultura indipendente. Se ne parla molto, ma... qui dove sono oggi c’è una sacca di resistenza. Lo Spazio L’ove ha una programmazione che propone spettacoli teatrali, performance musicali, conferenze, mostre d’arte, proiezioni di film, presentazioni di libri e soprattutto è un luogo di creazione artistica; funge da ritrovo per altre associazioni, ha accolto Radio Gwendalin, #cine Lugano vi ha trovato una casa. Ma è lo scambio umano che rende questo salotto uno dei più preziosi che vi siano ora in città.

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Reportage dal deserto tunisino per un Festival di pastori


Non si sradica il terrorismo con le bombe. Non funziona. Ci vuole cultura, lavoro, fiducia nella strada che si ha davanti. Adnen Helali, maestro e poeta di Semmama, turbante in testa e tuta mimetica, grida parole di poesia, dolcezza e rosmarino in mezzo al cortile. Siamo nel Centro Culturale Jebel di Semmama, in una zona montuosa della Tunisia: un luogo di incontro, arte e artigianato inaugurato nel 2018, costruito grazie ad aiuti internazionali per aiutare la regione di Kasserine a trasformarsi. Qui nel centro-ovest del paese, infatti, c’è livello rosso di allarme terrorismo, dato che dopo la Rivoluzione queste montagne sono diventate luogo di rifugio per i jihadisti. Le proteste che avevano fatto cadere il governo di Ben Ali hanno avuto il loro cuore proprio qui, ma gli abitanti sono stati delusi: non è cambiato nulla, le politiche economiche, sociali e turistiche hanno continuato a dare priorità alle città e alle coste. «Ci hanno sacrificati», dice Adnen. «Ma noi non ci stiamo, siamo pastori e siamo abituati a chinarci senza cadere. Facciamo resistenza: poesia, dolcezza e rosmarino sono le nostre armi». Il rosmarino, nella cultura berbera è simbolo di amore e scambio.

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Seconda parte

Pubblicato su Ticino7, maggio 2023


Atelier di Claro. Max Läubli e Madeleine: una storia d'arte e d'amore

 

Storia di Madeleine

Sono la prima di cinque figli, nata nel 1943. Vengo dal Canton Friborgo, mi sono appassionata alla pittura fin da bambina, non so perché, a casa mia nessuno se ne interessava in particolare. I miei genitori volevano che trovassi un mestiere, e così sono andata a fare la traduttrice in un’agenzia pubblicitaria a Berna dove un giorno è arrivato un pittore. Avevo vent’anni, lui un po’ di più. Era selvaggio e bellissimo, tranquillo, sicuro di sé. Mi ha subito chiesto di uscire a cena e quando ci siamo seduti a mangiare allo stesso tavolo mi ha chiesto di seguirlo per vivere insieme in Ticino.

Ero elettrizzata.

Mi ero vestita bene, ero pettinata in modo elegante e lui però mi immaginava in questa casa, che all’inizio non aveva ancora né acqua calda né elettricità.

Gli ho detto: Ma io non ho niente!

E lui mi ha risposto: Ma io ho tutto.

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Pubblicato su Rivista 3valli, aprile 2023

Pop Economics è il teatro civile che ci spiega gli aspetti difficili della nostra vita

 

Dire il mondo con il teatro

Ci sono materie ostiche che governano il mondo: l’economia, di cui tanti di noi non capiscono molto, l’informatica, di cui quasi tutti siamo digiuni, l’etica, che è difficilissima ma che riguarda ogni scelta politica, tecnologica, commerciale e così via. In altre parole: ci sono cose molto importanti che ci riguardano ma a volte noi non abbiamo gli strumenti per esprimere la nostra opinione.

Ecco perché è nato undici anni fa in Italia Pop Economix, un progetto non profit di informazione, teatro, editoria, educazione e comunità.

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Pubblicato su Azione, gennaio 2023

Fotografie alla Fondazione Roberto Donetta

 


Maria Rosa Bozzini negli anni Settanta e Ottanta ha prima sognato poi contribuito a fondare l'Archivio del fotografo bleniese Roberto Donetta. 

Tutto nasce nella camera del fumo e c'entra con i solai pieni di polvere che i bambini amano esplorare.

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Pubblicato su Azione, estate 2022

Igor Mamlenkov, storia di un clown russo

 

Conosco Igor come artista e apprezzo il suo sogno sulla scena. «Dobbiamo evadere, dobbiamo trovare l’amore e un mondo più bello fuori da questa realtà», dice. E conosco Igor come persona, come russo che viene da una cittadina al confine con l’Ucraina. «Mi sono sempre un po’ vergognato dell’accento della mia famiglia, così campagnolo, così ucraino. E adesso invece credo sia proprio il momento di andare in giro a parlare così come ho imparato, con quell’accento».

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Pubblicato su Ticino7, estate 2022

Antonella Gabrielli: ritratti bestiali

 

Quattro anni fa, ha scoperto gli struzzi. Perché la fanno ridere. Sono goffi, gli struzzi, e lei li capisce. Li dipinge ballando, correndo, sorridendo. Ora, da poco, si è messa a parlare con le persone che hanno un cane o un gatto, che li amano con dolcezza e buon gusto, persone che le raccontano delle loro creature e che desiderano un quadro in salotto, un quadro che dia valore al gatto (o al cane) e all’arte. Allora lei apre i suoi libri (Bacon, Ingres, Van Dyck...) e cerca ispirazione. A chi metterei quella giubba da colonnello? Come starebbe la marsina sopra a uno schnauzer un po’ spettinato? La pittrice Antonella Gabrielli i veste, li pettina, sovrappone i confini dell’umano e della bestia, ricorda perché animale ha la radice di anima.

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Pubblicato su Ticino7, ottobre 2021

L'eleganza di Flavio Paolucci


A tre anni diceva: Voglio fare il pittore. Non ha mai cambiato idea.
È partito per Brera, negli anni Cinquanta, per studiare arte. I suoi genitori dicevano: Non è un mestiere, non si guadagna niente, non va bene. Però finché ha potuto Paolucci ha seguito i corsi. Poi, il padre, un operaio della Cima Norma, è morto in un incidente sull’Adula, e il giovane Flavio è dovuto tornare a casa. Ha lavorato a bottega a Locarno, ha continuato a studiare, a cercarsi, 
a sperimentare i colori e le materie.
Un viaggio in Marocco, a casa di un’amica 
che aveva sposato un uomo di Casablanca, 
gli ha arricchito lo sguardo. La luce.

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Pubblicato su Rivista 3valli, giugno 2021

Aline d'Auria e Boris Michajlov alla Biennale di Chiasso

Ad Aline d'Auria piacciono gli stadi intermedi. Quei segreti che mescolano gli elementi e rendono le cose molteplici. Ama i confini, Giano bifronte, quel momento quando dalla veglia si passa al sonno. Non per niente vive a Chiasso. Quando l’Ufficio Culture in Movimento della Città le ha chiesto di realizzare un’opera sulla migrazione silenziosa dall’Est Europa, ha deciso di lavorare sul viaggio, cioè su quel momento in cui una persona che vive in due mondi non è né di qua né di là.
«Prima ho incontrato persone. Russe, polacche, ucraine, rumene, albanesi, caucasiche, serbe, bosniache. Ho cercato di capire che cosa le aveva portate qui. Volevo sapere se a Chiasso si sentono a casa o se sognano sempre di tornare nel paese di origine. Mi interessava il contatto che mantengono con il luogo e la famiglia rimasta là, come comunicano e cosa si dicono?». Aline ha raccolto storie drammatiche, buffe, avventurose. Con un punto che la interessava: questi chiassesi dell’Est Europa, come li chiama lei, spesso a casa ci possono tornare, ogni anno, alcuni anche ogni mese. Tra loro ci sono badanti, ingegneri, musicisti, tecnici, donne delle pulizie.
E poi c'è chi nell'Europa dell'Est vi è rimasto. E questo è Boris Michajlov, il più grande fotografo dell'area ex sovietica, che lo racconta.

Felice Varini e l'invisibile. Una nuova opera a Bellinzona nella sede di BancaStato

 
Cerco di vivere il più possibile e la vita è stata la mia maestra’, sorride misteriosamente l’artista, mentre con jeans sportivi e camicia elegante attraversa gli spazi, sale le scale, scruta i muri, traccia linee, dipinge con l’acrilico, esce a cercare un tubetto di colore per i ritocchi.
Non si svela molto, Felice Varini, preferisce che sia la sua opera a parlare al suo posto. E allora guardiamo cosa fa. BancaStato, allo scoccare dei suoi cento anni di esistenza, per la propria sede di viale Guisan a Bellinzona, ha commissionato un’opera all’artista locarnese che da molti anni vive a Parigi e che in tutto il mondo ha disseminato le sue forme inconfondibili.
Usare un ambiente costruito come il pittore usa la sua tela bianca è un’azione particolare, propria di tutto il lavoro di Varini e sulla quale si potrebbe ragionare moltissimo. Meglio però sperimentarla.
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Pubblicato su laRegione Ticino

Ioana Butu burattinaia rumena in Ticino



Ioana Buţu, migliore amica del cane Peo e di molti altri burattini, ci racconta che cosa significa per lei ‘animare gli oggetti’

Partiamo dai ricordi. Ioana Buţu, nata a Sibiu, bellissima cittadina nel cuore della Romania, aveva quattro anni quando ha infilato per la prima volta una mano in una calza e l’ha trasformata in un essere parlante. «Sono la minore di tre sorelle», racconta. «Però quando facevamo teatro ero io che comandavo: le mattine senza scuola prendevamo cucchiai di legno, gli dipingevamo la faccia e incollavamo capelli di lana; poi io creavo una storia, dicevo alle mie sorelle che cosa dovevano dire la sera, durante lo spettacolo che allestivamo in cortile. Facevamo così anche con le calze, che diventavano personaggi». E il teatrino? «Due sedie rovesciate e una coperta sopra!», ride allegra, questa attrice burattinaia arrivata negli anni Novanta dalla Romania nell’ambito di uno scambio culturale con il Teatro Dimitri.  

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Pubblicato su Azione
Foto di Stefano Spinelli

Il Museum of broken relationship di Zagabria

Una scatola d’incenso afrodisiaco, accompagnata dal commento dell’ex proprietario “Non funziona”, è il messaggio più conciso di tutta la collezione; quello più tenero: il foglio di un bambino di venti anni fa, con una dichiarazione d’amore per un’altra bambina, sua vicina nel pullman di fuggiaschi che lasciavano i Balcani in fiamme. Mai più rivista, mai dimenticata, e mai avvertita che una lettera d’amore era stata scritta per lei in quel furgone. E poi abiti da sposa mai indossati, tolti dal buio degli armadi e restituiti alla luce cicatrizzante del museo, fotografie staccate dai muri e scivolate nei cassetti, e ancora vagonate di peluche di dubbio gusto, rimasti i soli a credere alle promesse d’amore eterno ricamate sui loro maglioncini colorati. Amori frivoli, amori intensi, amori tragici. 
Tra le cattedrali che custodiscono la Storia, l’Arte e la Scienza, il piccolo museo di Zagabria apre qualche spioncino sulle vite delle persone comuni. Nella capitale croata, è la gente che fa il museo. Una trovata per guardoni? Forse, se per guardoni intendiamo chi ama le storie reali, piccole e quotidiane, magari anche molto interessanti, che possono svolgersi sotto le nostre finestre, nel tavolo a fianco mentre siamo al ristorante, e ora... anche al museo. 

Di Sara Rossi e Andrea Guidicelli, pubblicato su Azione

Alice in Wonderland: le Meraviglie del Mart di Rovereto


Cos'è Alice? Una bambina che fa dei sogni? Un paese? Una che gioca con le parole come noi giocavamo coi lego? La combinazione per scoprire cosa c'è dietro il Bianconiglio e dietro lo specchio?
Certo è che da quando Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carroll, scrisse i suoi due racconti 150 anni fa Alice nel Paese delle Meraviglie e Alice attraverso lo specchio molte persone sono impazzite dal piacere. Tra queste, una discreta quantità di bambini, un numero ben più alto di adulti e un’infinità di artisti. Al Mart di Rovereto (Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto) è in corso una mostra sulle influenze di Alice in Wonderland nelle arti e nel visual.

Pubblicato su laRegione Ticino
Disegno di Lewis Carroll

Valeria Donnarumma apre Ego Gallery a Lugano per la Street Art e i giovani artisti


Da venerdì 27 gennaio, in via Canonica a Lugano, c’è un nuovo spazio per l’arte: Ego Gallery. Valeria Donnarumma e Giacomo Grandini, compagni di vita e d’avventura, hanno alcune particolarità in comune: sono giovanissimi, luganesi, lavorano per il dicastero Giovani ed Eventi, dove hanno svolto i numerosi progetti di Arte Urbana Lugano, e da anni sognavano una galleria tutta loro. Incontriamo Valeria il giorno dopo l'inaugurazione e parliamo con lei di arte di strada, gallerie, riflessioni sull'ambiente cittadino attraverso lo stupore e la creatività.
Pubblicato da laRegione - Fotografia di Matteo Colombo

The Nahmad Collection al Kunsthaus di Zurigo. Mirò, Monet, Matisse e molti altri

Nahmad: una famiglia ricca e intraprendente, di origini ebraiche siriane che negli ultimi cinquant’anni ha vantato il più grande potere d’acquisto speso in opere d’arte. The Nahmad Collection: le opere che tre degli otto fratelli cresciuti tra il Libano e Milano hanno collezionato a partire dagli anni Sessanta, quando a casa loro ricevevano Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Giorgio de Chirico.
La collezione esposta al Kunsthaus di Zurigo fino al 15 gennaio, mette in mostra un'eccezionale concentrazione di opere della prima metà del Novecento dall'Impressionismo al Surrealismo, da Renoir a Modigliani, passando da Matisse, Monet, Mirò, con Picasso come filo conduttore.

Pubblicato da laRegione Ticino

Alessia Bervini, pittrice e scultrice, espone alla Galleria Job la sua arte del quotidiano


Non è di nessuna utilità pratica e non segue la minima logica, per questo l’arte della pittrice e scultrice Alessia Bervini ci fa sognare. Si prende cura dei nostri bisogni più teneri e infantili, come l’incanto, la meraviglia, il sorriso.
Nell’esposizione ora alla Galleria Studio Labo Job di Giubiasco, le sue opere seguono un percorso nella quotidianità intessuta di piccoli e grandi eventi, come fare l’orto, piantare un fagiolo e aspettare che cresca, giocare su una giostra o con le bambole, fare il bagno nella vasca, seguire le nuvole e via così, come un circo poetico.
«In un certo senso è la mia vita», spiega l’artista.

Foto di Massimo Pacciorini-Job
Pubblicato su laRegione Ticino

Ground Zero esce con Persone, terzo numero della Rivista Su Ciò Che Resta Del Ticino

Vi invito nella casa chiusa. Così ci avevano detto Tommaso Soldini e Giona Mattei, che in un ex bordello hanno presentato il terzo numero di Ground Zero, dal titolo Persone. Tema: corpo e organi. E muscoli e ossa; pelle, cuore e cervello.
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Pubblicato su laRegione

A Bellinzona c'è un Museo in Erba

Più che un museo è una sorta di luna park: puoi toccare, annusare, a volte indossare le opere d'arte. Impari che l'arte è un gioco, una lingua, un binocolo da puntare sul mondo. Il Museo in Erba è un luogo accogliente dove i bambini si accostano agli artisti e alle loro opere scoprendo che sono molto più vicini a noi di quanto solitamente pensiamo. La mostra iniziata a settembre è dedicata a Andy Warhol. Si lanciano palline per colpire le scatole di minestra e ci si traveste davanti allo specchio con parrucche, scarpe colorate, occhiali enormi, come piaceva fare anche a lui.
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Pubblicato da Azione