Nel cuore delle prealpi, in Leventina, c’è un gruppo di padri che si occupa a tempo pieno dei figli e della casa. Alcuni per scelta, altri per combinazione. Le statistiche ticinesi li indicano come rarissimi (4%), ma le ricerche dimostrano come modelli famigliari più paritari fanno bene a tutti; non da ultimo, un’infermiera pediatrica ci spiega cosa le mamme possono imparare dai papà
Ramiro è cresciuto in Argentina, con la mamma, la nonna e la zia. Il padre era assente e per lui è sempre stata chiara una cosa: quando avrò figli, voglio crescerli, conoscerli, voglio essere importante per loro.
Cesare è selvicoltore, ‘un mestiere che non prevede la finezza’, ma attorno al quale aleggiano tanti pregiudizi: uno fra questi, che oltre a essere grezzi i boscaioli sono anche tradizionalisti, cioè mamma a casa e papà fuori. «Ho avuto un infortunio quando mia moglie era alla fine della gravidanza e così da sei mesi ormai vivo mio figlio a tempo pieno, mentre mia moglie è tornata al lavoro. Adesso non riesco a immaginarmi un modo diverso per essere papà. E quando ne parlo con i miei colleghi, si entusiasmano e dicono che anche loro vorrebbero passare più tempo con la famiglia».
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Pubblicato su Rivista 3valli marzo 2025