Childfree: storie di donne (e uomini) che scelgono di non avere figli

 

Alcune persone decidono di non diventare genitori e non ci vuole per forza un motivo. Cioè: di buoni motivi ce ne sarebbero a bizzeffe, ma forse più che altro è chi ha figli che dovrebbe essere consapevole di una scelta così definitiva e importante. «Ci vuole un perché sì, non un perché no», ha detto una ragazza alla quale è stata posta l’indiscreta domanda sulle sue ragioni per non volere figli.

È soprattutto alle donne che si chiede con insistenza. Si dà per scontato che tutte vogliano diventare madri, che sia naturale (il famoso orologio biologico che dovrebbe ticchettare dentro di noi e spronarci alla riproduzione) e soprattutto che sia gratificante. La gioia della vita. E, invece, ce ne sono di donne (e di uomini e di coppie) con la vita piena e soddisfacente ma senza figli.


Continua...

Immagine di Isabel Londono Aguilar

Articolo pubblicato su Azione, giugno 2025

Mani che trasformano. Una storia argentina

 

Essere nata in Argentina nel 1975 significa già di per sé avere una cicatrice. E Victoria, che mi ha stupita per la sua bellezza calda e solare, con i capelli selvaggi e il sorriso dolcissimo, accetta di raccontarmi la sua storia.

Davanti a un tè e dei biscotti. Parla, parla, come se non ci fosse più dolore: “L’amore è stato più forte”, dice. Lo ha attraversato e adesso, quella storia, lei è in grado di appoggiarla lì, accanto al vassoio dei pasticcini, delicatamente. Perché ormai fa parte di lei, del suo paese, di quello che hanno vissuto.

Cominciamo.

«Sono nata in aprile a Tucuman, in una casa con un fratello di un anno e due genitori studenti in Architettura, militanti di sinistra. Mio papà e mia mamma si erano conosciuti al Partito rivoluzionario dei lavoratori: facevano politica, studiavano, lavoravano, erano giovanissimi e volevano dei bambini. Si amavano tanto, lo so dalle fotografie e dai racconti dei miei nonni, degli zii e poi lo so e basta.

Una sera, io avevo un anno e cinque mesi, sono venuti i militari a prenderli.

Continua...

Pubblicato su Ticino7

Fotografia di Francesca Agosti

Perché facciamo la guerra?

 

Abbiamo passato qualche anno convinti che ormai le guerre per noi erano cose del passato oppure che appartenevamo ormai soltanti ai paesi lontani. Abbiamo creduto che l’umanità si stava ricredendo: meglio fare affari economici invece che invadere il vicino, conquistare terre, distruggere città.

E invece.

Eccoci qua.

I nostri paesi hanno accolto profughi di guerra europei, l’occidentale nazione di Israele ha bombardato per mesi una parte di sé (o che vorrebbe per sé) e ci siamo ricordati che in realtà i conflitti armati non erano scomparsi, ma che qua e là, un po’ su tutto il pianeta, si continua a uccidere perché qualcosa – si pensa – vale più della vita umana.

Chissà quanto in fretta potremmo ricadere in una guerra mondiale... Come dice lo storico Yuval Harari, nel 1933 la maggior parte dei tedeschi non era psicopatica: perché allora votò per Hitler? Perché la follia entra piano piano nelle nostre vite.

Continua...


Pubblicato su Rivista 3valli, aprile 2025

La parrucca è molto di più che una massa di capelli. Bisogna sensibilizzare chi si occupa di oncologia

 


Capelli


I capelli. Il viso. Il nostro aspetto. Che importanza hanno quando siamo malate? Cosa ci succede quando la chemioterapia ci toglie i capelli? Che ruolo ha una parrucca quando ci ritroviamo a testa nuda?

Un salone dedicato ad accompagnare nel suo percorso chi sta seguendo un percorso per combattere un tumore è un negozio di accessori o un servizio a cui dobbiamo avere diritto?

Lo chiediamo ad Alessia e Katy, parrucchiera e infermiera; e a Francesca, che porta una parrucca, questione di qualche mese, finché non le sarà ricresciuta la sua chioma naturale


Continua...


Pubblicato su Ticino 7, febbraio 2025

Le bambine di San Martino. Questioni di parità

 

Ho avuto il grande onore, a fine luglio, di ricevere in casa mia 7 meravigliose creature che si sono sedute a un tavolo a riflettere sul loro ruolo alla festa di San Martino (prima domenica di novembre, per tradizione, a Ponto Valentino).

Queste bimbe, tra gli 8 e gli 11 anni, hanno una coscienza di parità di genere invidiabile. Parlano di ‘noi femmine’ come se conoscessero già il mondo, ma avessero bene chiara l’idea che lo possono migliorare. Loro, senza l’aiuto dei grandi, perché sono poi stati i grandi a costruirlo. Quindi se qualcosa può cambiare devono essere loro stesse a farlo. Alcune abitano in paese, altre ci vengono in vacanza. Non tutte le bimbe di Ponto hanno voluto partecipare e anche questo è un importante aspetto democratico.

Si sono chieste: perché alla Festa di San Martino sfilano solo i maschi?


Continua...


Pubblicato su Rivista 3valli, novembre 2023

Quando dare lo smartphone ai nostri figli?

 


Tutti i genitori prima o poi si confrontano con queste domande: quando è il momento di regalare un telefonino all’adolescente? E da più piccoli: sarà giusto metterli davanti a un video?

Quanto è il tempo giusto da trascorrere davanti agli schermi (tv, consolle, cellulare, computer)?

Ovviamente è difficile farsi dare le ricette da un’esperta, anche se noi tentiamo sempre a farci dare le risposte più concrete possibile... oggi ci abbiamo provato con Anne-Linda Camerini, docente e ricercatrice dell’Università della Svizzera italiana in Scienze Biomediche. Si occupa in particolare dello sviluppo dei giovani legato ai media digitali.

«Un tempo per la salute dei giovani si temevano gli usi di sostanze come alcol, fumo e droghe; oggi invece ci concentriamo sulla dipendenza da telefono e da videogioco», esordisce. Questo la dice già lunga sulla pericolosità di questi strumenti.


Continua...


Pubblicato su Rivista 3valli, marzo 2025

Storie emancipate di paternità

 

Nel cuore delle prealpi, in Leventina, c’è un gruppo di padri che si occupa a tempo pieno dei figli e della casa. Alcuni per scelta, altri per combinazione. Le statistiche ticinesi li indicano come rarissimi (4%), ma le ricerche dimostrano come modelli famigliari più paritari fanno bene a tutti; non da ultimo, un’infermiera pediatrica ci spiega cosa le mamme possono imparare dai papà


Ramiro è cresciuto in Argentina, con la mamma, la nonna e la zia. Il padre era assente e per lui è sempre stata chiara una cosa: quando avrò figli, voglio crescerli, conoscerli, voglio essere importante per loro.

Cesare è selvicoltore, ‘un mestiere che non prevede la finezza’, ma attorno al quale aleggiano tanti pregiudizi: uno fra questi, che oltre a essere grezzi i boscaioli sono anche tradizionalisti, cioè mamma a casa e papà fuori. «Ho avuto un infortunio quando mia moglie era alla fine della gravidanza e così da sei mesi ormai vivo mio figlio a tempo pieno, mentre mia moglie è tornata al lavoro. Adesso non riesco a immaginarmi un modo diverso per essere papà. E quando ne parlo con i miei colleghi, si entusiasmano e dicono che anche loro vorrebbero passare più tempo con la famiglia».

Continua...


Pubblicato su Rivista 3valli marzo 2025