Attraversare la Georgia può dare alcuni sottili piaceri per nostalgici viaggiatori di altri tempi o per moderni urbex in cerca di reperti sovietici. Per le strade si respira odore di aneto, si incontrano vecchie Lada, si può parlare russo, sobbalzare su bus sgangherati con la musica altissima, farsi trattare male dai camerieri, visitare splendide città termali abbandonate, esplorare fabbriche arrugginite e incontrare l’unica statua di Josif Stalin ufficiale del pianeta. Eppure, c’è molto altro: una nuova Georgia che vale la pena di scoprire e lasciare emergere. Un luogo, in parte già attuale, in parte ancora nei sogni, che mi raccontano dieci donne che hanno deciso di piantare alberi.
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Pubblicato su Ticino7 novembre 2025
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